Il primo a parlare nel corso della conferenza stampa è stato il co-patron Giuseppe Deni, che ha parlato di stadio, futuro e tanti altri argomenti, a partire dalla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha “riaperto” le porte dell’Esseneto al pubblico. “Sono stato descritto come un delinquente che non ha attitudini che non ha potere per poter fare il socio, dirigente o presidente dell’Akragas. Intendo fare una precisazione. Io questa estate ho ricevuto un premio per aver portato l’Akragas in D e per aver rilanciato lo sport ad Agrigento. Sento il dovere nei confronti di queste persone che mi hanno premiato di fa sapere come stanno le cose”.
Deni ha poi proseguito: “Non posso essere stato catalogato come un malversatore o come uno che ha fregato soldi. I miei reati risalgono a 30 anni, quando ero editore di un giornale. Molte inchieste sono state fatte su nostri articol. Ma si sa: se c’è una querela nei confronti di una testata, è l’editore a essere condannato. Non sono un bancarottiere che ha fregato soldi. Io non sono il presidente, lo è la signora Lala. Ma lei è stata eletta per la sua competenza, perché aveva svolto bene il ruolo di assessore e avendo noi una diatriba con il comune per avere la gestione dello stadio, pensavamo fosse la persona giusta per rappresentare al meglio gli interessi dell’Akragas. Non per interessi economici”.
“O l’anno prossimo si gioca per vincere o vado via”
“L’Akragas può avere un futuro roseo oppure non avere nessun futuro. Abbiamo degli obiettivi. L’Akragas non deve fare solo calcio, ma è condannata a vincere. La comunità e i tifosi ci seguono solo quando fa un campionato di vertice. Se si fa un campionato di centro-classifica, non viene seguita. O l’anno prossimo questa società si attrezzerà per vincere il campionato o non ci sarò più. Per questo ci siamo rivolti ancora all’amministrazione comunale. Abbiamo trovato due interlocutori: il Sindaco di Agrigento che si è attivato per pubblicare il bando e l’assessore allo Sport Gerlando Piparo che si è attivato in tutte le sedi per pubblicare il bando e andare oltre. Siamo convinti che con questo atteggiamento, saremo ricompensati”.
Deni ha poi proseguito parlando del futuro : “Serve un buon settore giovanile, che riesca ad attrarre diversi giovani. Domenica c’è stato un brutto episodio da parte di Rechichi, che si è reso protagonista di un atto di violenza. Questo atto sarà penalizzato, multeremo il giocatore con una multa importante. Amiamo la legalità e il rispetto. Per chiudere, aspettiamo segnali dall’amministrazione comunale riguardo il bando per l’Esseneto. Noi parteciperemo e se vinceremo faremo un progetto importante. Ci sono imprenditori agrigentini e indonesiani che vogliono entrare nell’Akragas“.
Infine Deni ha concluso: “Se tutto va in porto, il futuro dell’Akragas sarà proiettato verso il professionismo. Se non accadrà tutto ciò, noi saluteremo. Lo dico qui apertamente: se avremo lo stadio, giocheremo per vincere. Ci può essere la Reggina, ci può essere il Siracusa, ci sarà l’Akragas. Trapani ha puntato su Antonini e fin qui sta andando bene. Ma se Antonini si stanca e va via, il Trapani va in Prima Categoria. Morimoto? Siamo stati ingabbiati dalla burocrazia italiana. Lui era qui con un visto turistico, ma pensavamo fosse facile fare la conversione in stabile. Invece non è stato possibile. L’ambasciata italiana in Giappone non ha saputo dare risposte e allora abbiamo mollato l’operazione”.
Le parole di Callari
Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche il vicepresidente Carmelo Callari. Queste le sue parole. “In questi tre anni di gestione la società non ha mai sbagliato nulla, pagando tutto e risanando debiti della vecchia gestione, quando all’Akragas non voleva venire nessuno. Ora c’è la fila. Pensate a una domenica senza calcio e senza l’Akragas. Per me è impensabile. In D, senza poter fare la Serie C, in pochi hanno piacere di collaborare con l’Akragas. Con progetto stadio, tanti imprenditori si avvicineranno. Non abbiamo arretrati, siamo in linea con i pagamenti e vogliamo continuare così”.
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